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Lettere al direttore - La centrale a biomasse...

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La centrale a biomasse e le perplessità

Voghera, 14 novembre 2009

Egregio direttore,

In questi ultimi tempi, sui media locali, sono apparsi a più riprese e con toni e finalità diverse, vari interventi sul progetto di costruzione della Centrale a biomasse a Casei Gerola.
Giova ricordare che questo progetto rappresenta la conseguenza, come riconversione del dismesso Zuccherificio di Casei Gerola, della riforma della U.E. dell’OCM zucchero, ma soprattutto, ricordo, di una decisione di Italia Zuccheri (la Società proprietaria dello Zuccherificio) nonostante le rassicurazioni contrarie date (eravamo nel 2006) dall’allora Ministro dell’Agricoltura Alemanno.
Fatte queste doverose premesse, soprattutto per chiarezza nei confronti dei cittadini, è possibile entrare nel merito del problema:

SITUAZIONE ATTUALE

1. al momento persiste la possibilità di accedere ai finanziamenti della U.E., da calcolarsi sulla base del mancato zucchero prodotto, per iniziative di riconversione
2. Finbieticola Casei (ex Italia Zuccheri) ha presentato un progetto di riconversione consistente nella tanto contestata Centrale a bio masse che dovrebbe produrre 50 megawatt di energia termica e 14 di energia elettrica con bruciatura di sorgo
3. escono sui media varie dichiarazioni pubbliche di esponenti politici soprattutto del centro-destra, in particolare della Lega, che si oppongono severamente al progetto
4. prese di posizione che appaiono vere e proprie sceneggiate o spot pre-elettorali perché c’è in molti la sensazione che se, dopo le elezioni amministrative della prossima primavera, l’Amministrazione Provinciale, competente al rilascio dell’autorizzazione, sarà ancora amministrata dal centro-destra, il progetto in questione sarà, grazie anche ad input superiori, approvato non essendo vincolanti i pareri espressi dai Comuni interessati (compreso quello di Voghera) ammessi alla Conferenza dei Servizi
5. quanto sopra è confermato dalle affermazioni del patron di Finbieticola Dr. Resca il quale ha affermato, in modo abbastanza convinto e sicuro, in barba ai più elementari principi di rispetto dei cittadini e delle loro Istituzioni rappresentative che ufficialmente debbono ancora assumere una decisione definitiva che la Centrale si farà perché, evidentemente, sotto sotto, debbono avergli date precise garanzie.


PROSPETTIVE FUTURE


Il progetto di riconversione dello Zuccherificio di Casei, tenuto conto dei consistenti contributi dell’U.E. e delle giuste aspettative di tutti coloro che dalla chiusura della suddetta struttura produttiva, hanno avuto notevole danno, debba essere in qualche modo portato avendo però non una via obbligata da scegliere ma possibili alternative che trovano il consenso delle popolazioni del territorio interessato. Quali queste possibilità:

a) non si può, pregiudizialmente, essere contrari alla centrale alimentata a sorgo (come in effetti molti hanno pubblicamente dichiarato), ma esistono alcune condizioni preliminari che debbono essere soddisfatte pienamente e cioè:
- preventiva valutazione di Impatto Ambientale e costituzione di un sistema di controlli pubblici relativi alle emissioni ed ogni altra azione volta alla tutela della salute dei cittadini, tenuto conto che dal processo di combustione escono sostanze inquinanti e polveri sottili (PM 2,5) che si andranno a sommare alle emissioni della vicina Centrale di Torremenapace
- preventiva verifica della sostenibilità produttiva del comprensorio relativamente al prodotto necessario al funzionamento della centrale (sorgo) in considerazione al fatto che, a seguito di sperimentazioni fatte negli anni scorsi in altre Regioni vicine, pare che le rese produttive del sorgo da fibra non hanno permesso di ricavare un reddito positivo e sufficiente con una perdita anzi di 59 €/Ha il che aprirebbe la strada ad un diverso e non voluto utilizzo della Centrale
- divieto, ben specificato nell’autorizzazione che verrà rilasciata dall’Amministrazione Provinciale, di futuro utilizzo di rifiuti per il funzionamento della centrale come è già avvenuto, nel passato, in quella di Bando d’Argenta (in Provincia di Ferrara) diventata un vero e proprio inceneritore
Se non vengono rispettati questi parametri credo che la Centrale a Biomasse oltre a non dare garanzie sul rispetto dell’ambiente, non garantirebbe alle Aziende Agricole una convenienza economica, bensì ne altererebbe la vocazione verso le produzioni alimentari, una preoccupazione, questa, condivisa da molti rappresentanti delle associazioni dell’agricoltura

b) esistono, probabilmente, possibilità alternative da esplorare ma, se è mancata l’iniziativa, nell’occasione, degli Enti pubblici territoriali (Comuni interessati, Provincia, Regione) nello stimolare attività imprenditoriali alternative a quella ora in discussione che potessero soddisfare tutte le parti interessate questo non significa che, se esistono effettive volontà, non lo si possa fare ora o nel breve periodo. Un esempio potrebbe essere un progetto di riconversione costituito dalla costruzione di una centrale a biomasse con potenzialità non superiori a 7/8 megawatt e contemporaneamente in una nuova azienda per la lavorazione e trasformazione di un prodotto agricolo compatibile con i terreni della nostra zona (ad esempio il pomodoro) soluzione che potrebbe meglio assolvere alle esigenze di tutela ambientale, di aumento dei livelli occupazionali e di un più razionale utilizzo dei terreni agricoli del nostro territorio e di discreti utili imprenditoriali.

Roberto Gallotti, Consigliere Comunale Voghera  (Partito Democratico)

 

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