VOGHERA - Ventiquattro ore sul tatami. Un combattimento dietro l'altro, fino a 240 round. E' lo stesso Toby Gobbato, titolare della palestra One More Round, a spiegare con una frase l'essenza di questa impresa, realizzata a fin di bene: "Quando decidi di fare una pazzia, assicurati di aver al tuo fianco persone disposte a seguirti all inferno, perché è da lì che si scrive la storia".
UN'IMPRESA A FIN DI BENE
Ventiquattro ore di combattimento comportano uno sforzo fisico e psicologico sfiancante, da ridursi quasi allo stremo delle forze. Ma Toby Gobbato era determinato, fin dal primo minuto sul tatami, per portare a termine un'impresa nell'impresa, ovvero tendere una mano ed un aiuto concreto all'Associazione Chiara Onlus, che si occupa delle donne che hanno subito e subiscono violenza e soprusi.
L'esperienza è stata indimenticabile ma anche estenuante. Ma insieme a Toby Gobbato c'era tutto il team della One More Round, che in questi anni è cresciuta insieme a lui creando una vera e propria famiglia.
"Sono davvero ancora fiero oggi di aver potuto sostenerlo e guidarlo nei suoi momenti di pausa e di aver passato i miei ultimi momenti da lottatore come cintura blu insieme al team - scrive su Facebook Alessandro Romagnoli, il mental coach di Toby - Insieme al team One More Round abbiamo potuto osservare tutte le sue peripezie: esaurimento, i nervi che cedono, voglia di piangere, lo sfregamento del corpo contro il tatami o durante le lotte che inizia a bruciare gomiti e ginocchia, il corpo che non suda più, nausea e rifiuto di bere bibite energetiche. Tutto sommato tante cose! Ma ha resistito lo stesso!".
Ora l'altro grande obbiettivo di Toby Gobbato è quello di entrare nel prestigioso libro del Guinness dei primati, anche se il suo primo grande traguardo è stato tagliato: quello di aiutare l'associazione Chiara.
"Grandeeeee!!!! Incredibile..Toby Gobbato ha fatto la storia mostrando che la vera forza non è fisica ma è quella mentale. Attraverso la BJJ, insieme ai suoi ragazzi, ha mostrato agli uomini e alle donne, che si possono mettere a confronto le proprie capacità senza violenza, nel rispetto dell’altro, così facendo nessuno esce sconfitto - testimonia l'associazione Chiara sul proprio sito internet - Ci auguriamo che le piccole/grandi azioni quotidiane delle donne e degli uomini che lottano contro la violenza “di genere” e “in genere”, diventino parte ordinaria nella vita di tutti e non più un’impresa straordinaria ad opera di pochi. Per cambiare la storia adesso non si può ignorare il problema e delegare i centri antiviolenza, bisogna mettersi in prima linea e lottare insieme..one more round".
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