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Servizi - Venerdì, 21 Ottobre 2016 15:37

SERVIZIO TV - Anziani truffati, arrestati i colpevoli. Nel video dei Carabinieri la tecnica utilizzata dai malviventi

truffa anziani tnPAVIA - Quattro persone sono finite in carcere con l'accusa di truffa ed estorsione a danni degli anziani. I quattro sono stati arrestati dal nucleo radiomobie di Pavia. Sono tutti originari e residenti nella provincia di Napoli. Ecco il video della truffa.

 

LA TECNICA UTILIZZATA DAI MALFATTORI - La tecnica di circuizione utilizzata dai malfattori, tanto semplice quanto fine, consisteva dapprima nel contattare telefonicamente la vittima all'utenza di casa e, dopo essersi spacciati per avvocati, facendo credere all'anziano che un suo stretto congiunto, generalmente il figlio/a, aveva causato un incidente e per questo era stato trattenuto presso una caserma dei Carabinieri. La vittima, per di più, veniva invitata a chiamare il 112 per ottenere riscontro della veridicità dell’accaduto ed ulteriori informazioni. Il raggiro si completava nel momento in cui l'ignaro malcapitato, "messa giù" la cornetta del telefono, non si accorgeva che i criminali avevano mantenuto la linea e, addirittura con il rumore di sirene in sottofondo, rispondevano spacciandosi per militari dell'Arma dei Carabinieri. La convinzione di aver contattato il 112, la leva sentimentale fortissima e la preoccupazione che il proprio figlio si fosse fatto male o sarebbe stato perseguito penalmente, induceva il malcapitato ad assecondare le richieste dei truffatori che, per risolvere il problema chiedevano fino a 3.000 euro e/o oggetti in oro. Per gli anziani più scettici o restii a venire incontro alle richieste dei malfattori i toni si facevano più duri e minacciosi, l'alternativa al "non pagare" sarebbe stato il trattenimento del congiunto presso la struttura dei militari con pesanti conseguenze penali. Invece, nel caso in cui la vittima non avesse avuto a disposizione il denaro richiesto, "l'avvocato" si sarebbe impegnato ad "anticipare il resto" o ad accettare monili in oro o anche bancomat per eseguire prelievi, in quanto "amico" del figlio/a. Una volta pattuito il quantum da consegnare per il rilascio del parente, un corriere del sedicente legale si presentava di persona presso l'abitazione della vittima per ritirare i soldi, fornire un falso codice per identificare il procedimento amministrativo e "certificare" la dazione di denaro. Oltre trenta tentativi con una dozzina andati a buon fine e contestati ai quattro, commessi in Lombardia tra le province di Pavia, Milano, Monza - Brianza, ed in Emilia Romagna nelle province di Modena e Parma. Le contestazioni ricomprendono l’aggravante basata sull’anzianità delle vittime (tutte ultra sessantacinquenni).

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