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Politica - Giovedì, 16 Febbraio 2012 13:13

MILANO - Harlem, da proposta diventa legge regionale

La soddisfazione di Ciocca (Lega)


MILANO E’ diventata legge regionale la proposta della Lega Nord. Le nuove norme adeguano la normativa regionale in materia di attività di artigianato, commercio, estetista, acconciatore e lascia la possibilità ai Comuni di decidere su specifiche situazioni, considerate in contrasto con l'interesse generale e, per motivi di ordine pubblico, di vietare l'apertura di attività per evitare l'addensamento di negozi extracomunitari nella medesima zona.

 

QUATTRO I PUNTI CARDINE - Spiega Angelo Ciocca, consigliere regionale della Lega Nord : “Sono quattro  i punti principali regolati dalla normativa: centri massaggi, commercio su aree pubbliche, somministrazione di alimenti e bevande e programmazione sostenibile per i comuni che avranno strumenti importanti. Con le nuove regole per i centri massaggi, ad esempio, si vuole salvaguardare il cliente da alcuni operatori, per lo più cinesi, che si stanno diffondendo a macchia d’olio nelle città e che non hanno alcuna abilitazione. Le norme sul commercio ambulante, poi, tutelano gli ambulanti che svolgono questo lavoro in modo serio, differenziandoli da quelli abusivi. In questo modo si evita anche la concorrenza sleale che le nostre attività locali devono subire da chi non rispetta le regole della sicurezza, dell’igiene e del lavoro.”
Si assimilano alla figura professionale dell’estetista le attività dei centri massaggi, garantendo professionalità e competenza. Il rinnovo o il rilascio di concessione di posteggi per il commercio ambulante su aree pubbliche è subordinato all’aver pagato eventuali sanzioni amministrative per violazione di illeciti amministrativi e si introduce un sistema informativo regionale per mappare i commercianti che hanno licenze nei vari comuni. “Molto importanti – continua Ciocca- anche le norme per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Nei negozi stranieri le insegne, gli ingredienti, i prezzi devono essere esposti anche in lingua italiana; il rilascio dell’autorizzazione per l’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande è subordinato alla conoscenza base della lingua italiana; infine, per i coadiutori familiari, i requisiti professionali per poter avere l’autorizzazione prevedono che si siano percepiti  almeno i contributi minimi previsti e non basterà più essere stati iscritti  all’INPS per 2 anni anche non consecutivi”
I comuni, infine, hanno la possibilità di subordinare l’accesso e l’esercizio di un’attività commerciale a requisiti ulteriori, di dotarsi di uno strumento complementare al PGT , ma più “snello”, per far fronte a situaizoni fino ad oggi difficilmente risolvibili; di prevedere divieti o limitazioni all’apertura di nuovi esercizi per salvaguardare la sostenibilità abientale e sociale; ad esempio, nei centri storici, potranno essere previste aperture solo di attività che non siano in contrasto con il contesto tradizionale e storico.

 

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