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Politica - Sabato, 15 Novembre 2014 11:27

LETTERE AL DIRETTORE - Unioni dello stesso sesso, qualche riflessione

L'intervento del Centrodestra pavese

PAVIA Dal coordinamento pavese del Centrodestra riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni sull'unione tra persone dello stesso sesso contratte all'estero.

Egregio Direttore,

in merito alla trascrizione in Italia delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero, il Nuovo Centrodestra pavese intende esprimere alcune osservazioni. La prima riguardo il fatto che la tenuta dei registri di stato civile sia di competenza dello Stato, perciò l’intervento del Prefetto è perfettamente legittimo.  In secondo luogo, poniamo come riflessione la seguente domanda: se per ipotesi dei nostri concittadini andassero a celebrare le nozze con più donne in uno Stato a prevalenza islamica, dove è ammessa la poligamia, cosa farebbero  i sindaci? Trascriverebbero anche quelle nozze, sebbene in Italia la poligamia non è ammessa? Cosa farebbe ad esempio il Sindaco di Milano Pisapia, che dice di essere costretto alla registrazione perché è un atto nel pieno rispetto della legge che prevede questo obbligo quando "si tratta di matrimoni celebrati legittimamente secondo le norme dei Paese in cui si sono svolti”? Le risposte, siamo convinti, si trovano già nell’ordinamento italiano. La sentenza della Corte Costituzionale n°138 del 15 Aprile 2000 a due ordinanze del Tribunale di Venezia e Corte d’Appello di Trento ha dichiarato inammissibile la trascrizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso sbarrando di fatto la strada alle nozze gay. Nel 2012 la Cassazione ha detto che non c’è un diritto a veder trascritto in Italia un matrimonio tra due persone dello stesso sesso contratto all’estero. La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia non impone affatto di uniformare le discipline nazionali e neppure potrebbe farlo. E’sempre riconosciuto un margine di discrezionalità degli Stati.

Quanto detto ci spinge a condividere due ulteriori considerazioni: la prima è che la politica deve rispettare il diritto. Un sindaco non può infischiarsi della Costituzione, che ha giurato di rispettare e delle leggi della Repubblica.  La seconda è la seguente: chi spinge e forza platealmente la nostra legge per ottenere matrimoni o simil –matrimoni gay tende a nascondere un punto decisivo. Fuori dalla relazione fertile tra una madre e un padre, che le comunità civili riconoscono e tutelano sin dall’antichità proprio perchè garantiscono il “futuro”, i figli diventano oggetto di diritti altrui; sono dei “prodotti” frutto di contratti (grembi di madri, commercio di gameti maschili e femminili). I figli sono diventati “merci”. Basta guardare  quello  che sta succedendo sull’onda di presunti “nuovi diritti”. Vi è un terribile mercato che schiavizza soprattutto le donne dei paesi più poveri. Crediamo che occorra massima vigilanza su queste lobby potenti e gruppi di interesse voraci e nel contempo che ci sia bisogno di aprire vie originali e sagge (non tedesche e neppure britanniche) alla regolazioni non matrimoniale dei rapporti tra persone dello stesso sesso. Solo così si possono evitare errori e persino orrori!

Nuovo Centrodestra di Pavia

 

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