L'intervento di Moreno Baggini
VOGHERA La Camera dei Deputati ha depenalizzato il reato di immigrazione clandestina. E’ stata inoltre approvata la legge che recepisce una delle riforme sulla depenalizzazione di inizio legislatura, la cosiddetta “ messa in prova”.
Chi finisce sotto processo per la prima volta per reati con pena fino a 4 anni può concordare con lo Stato un percorso di riabilitazione e di lavori socialmente utili. Alla fine di questo iter, se sarò andato tutto bene il reato risulterà estinto, non ci sarà alcun processo e la persona sarà libera senza essere stata in carcere. Per quanto riguarda l’immigrazione, il reato è stato abolito ma resterà tuttavia penalmente sanzionabile il reingresso in violazione di un provvedimento di espulsione.
Al di là degli effetti della norma sulla abolizione del reato di clandestinità, di fatto già annullata in questi ultimi anni, soprattutto dopo la condanna della Corte Europea nel 2011, in seguito al ricorso di un giovane algerino che aveva avuto la pena di un anno di carcere dal Tribunale di Trento, perché rimasto in Italia dopo aver avuto un decreto di espulsione, la trasformazione del reato di clandestinità in illecito amministrativo punibile solo se reiterato è un fatto politico e culturale importante.
Infatti la decisione della Camera salva il diritto di migrare delle persone, che spesso avviene in condizioni difficili,senza documenti, soprattutto per chi è costretto a migrazioni forzate (profughi, vittime di tratta..); al tempo stesso salva il diritto dello Stato a regolamentare le migrazioni. L’introduzione del reato avvenne nel 2009 con il “Pacchetto Sicurezza” dietro una spinta ideologica della lettura dell’immigrazione del nostro Paese. L’abolizione del reato di clandestinità è coerente con la necessità di riconoscere le diverse situazioni delle persone che arrivano in Italia da 200 Paesi del mondo, prima di rinchiuderlo nelle carceri e nei CIE.
E’ la vittoria di una politica che legge il Paese reale, che per uscire dalla crisi a bisogno anche di valorizzare la risorsa dell’immigrazione. E’ la vittoria della cultura dell’ospitalità di persone diverse, valorizzandone la storia personale e costruire una presenza regolare.
Dal 2009 ad oggi, nel nostro Paese, troppe volte abbiamo perso occasioni e risorse (basti pensare a cosa sono costati allo Stato migliaia di procedimenti amministrativi e penali alla luce dell’introduzione del reato), nell’inventare strumenti inutili di pressione sull’immigrazione, anziché iniziare un iter per rinnovare una legge sull’immigrazione che di fatto non ha permesso l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, creando irregolarità, sfruttamento, perdita di risorse significative per costruire i necessari percorsi di integrazione nella scuola, nella salute, nella partecipazione che le migrazioni chiedono al nostro Paese. Speriamo che la scelta di abolire il reato di clandestinità sia un segnale politico per una lettura e un governo diverso delle migrazioni e per il passaggio, come ha richiamato il Papa Francesco nel messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato di quest’anno” da una cultura dello scarto alla cultura dell’incontro”. Di questo ha bisogno il nostro Paese
Moreno Baggini
Garante dei Diritti dei Detenuti
Provincia di Pavia