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Cultura - Martedì, 16 Aprile 2013 10:52

PAVIA - Artista pavese protagonista a Bergamo

La mostra di Maurizio Perversi

PAVIA Il Maestro d’Arte Maurizio Perversi, artista di origini pavesi, sarà uno dei principali protagonisti di “Art Inside, l’arte che è dentro”, un’esposizione collettiva (organizzata dalla nota artista bergamasca Ornella Pedrotti), in programma fino al 10 maggio al Caffè Letterario di Bergamo, in Via San Bernardino.

 

UN’ARTE BASATA SULLA PRECISIONE - Perversi parteciperà alla mostra con un’opera intitolata “Camelot”, in onore della famosa leggenda, da lui indagata dal punto di vista fantastico e riportata su sei diverse tele di piccolo formato che vanno a creare un’unica opera e visione d’insieme.
“L’arte di Maurizio Perversi tocca sfumature a dir poco incredibili per la sua precisione e particolarità: spicca per regolarità tra i realisti e si potrebbe definire dotato della miglior fantasia tra i surrealisti; non smette mai di pensare e creare, dal concetto al concreto, dal disegno alla tela, con parsimonia e costanza. C’è un altro mondo negli occhi di questo artista, che v’invitiamo a scoprire vivendo le storie che racconta con i suoi pennelli.”
Il critico d’arte Roberta Beschi così scrive a proposito di Perversi, non molto conosciuto a Pavia, dove però è nato il 9 aprile 1959 e dove per la prima volta, dopo gli studi artistici, ha esibito le sue opere. Perversi si è poi spostato in Germania, a Francoforte: lì ha esposto in diverse mostre personali e collettive e ha anche collaborato come grafico pubblicitario con alcune aziende locali. Negli anni ’80, mentre la scena artistica europea era in fermento, è stato particolarmente attivo su tutti i fronti del disegno, realizzando grafiche, stampe, disegni a china e, soprattutto, quadri: dipingendo, in prevalenza, olio su tela. Ha dato inizio ad alcune serie tuttora all’attivo, quali il ciclo surrealista degli animali raffigurati attraverso i propri predati e le tele realiste raffiguranti oggetti e personaggi di culto. Oltre alla partecipazioni a esibizioni personali e collettive, Perversi si è sempre dedicato a quadri richiesti da privati amanti della sua arte e da alcuni grandi committenti, come ad esempio l’Istituto Antoniano dei Padri Rogazionisti, che gli ha affidato la realizzazione di due pale d’altare, quadri a olio a scena sacra e le tavole del calendario del 1994.
E adesso, acquista spessore la sua partecipazione alla mostra presso il Caffè Letterario di Bergamo.
“Il titolo della collettiva (Art Inside, l’arte che è dentro) non è stato scelto a caso” – sottolinea l’artista Ornella Pedrotti – “ma ha un preciso significato: lasciare spazio agli artisti affinché possano estrapolare dal proprio intimo quell’immagine sublimata, ricca di poesia, avvalendosi talvolta di simbolismi o allegorie, di implicazioni etiche o sociali, così che le opere non siano un frutto sterile o superficiale, bensì il risultato dei valori che ognuno porta dentro di sé.”
“Nelle opere” – aggiunge – “non ci sarà quella sorta di uniformità che spesso caratterizza altri eventi d’arte. Qui l’intento dell’esposizione è diverso: l’artista è libero di rappresentare se stesso nella maniera che gli è più congeniale, senza restrizioni o canalizzazioni in temi precostituiti e limitativi della creatività. La scelta di un tema a così largo spettro, in ogni caso, non è tale da consentire una generalizzazione. Al contrario: induce ognuno dei sedici artisti che espongono al Caffè Letterario a mostrare in pubblico quello che pensano sia il meglio del proprio carattere, trasfondendovi sensibilità, delicatezza e lirismo.”
“A un’attenta osservazione dei quadri in mostra” – conclude Ornella Pedrotti – “si può notare una personalissima capacità interpretativa dell’ambiente: una elaborazione, tra realtà, fantasia, poesia e alchimia, in grado di cristallizzare energia e vigore pittorico nei tratti, nei cromatismi e nelle pennellate. Le opere degli artisti prendono vita emergendo con forza e determinazione tra  oli e acrilici, tra pigmenti colorati e smalti, tra pastelli, inchiostri e scatti fotografici, riconducendo a una ricerca dell’eternità e lasciando una traccia tangibile del proprio passaggio, anello di congiunzione tra ciò che è esistito e ciò che esisterà.”

 

 

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