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Cultura - Giovedì, 02 Giugno 2011 15:18

VOGHERA - Sacra Spina, un giorno che passerà alla storia

La cerimonia il 5 giugno in Duomo


VOGHERA Ci sono momenti che, per la loro natura o importanza, vengono definiti “storici”, destinati a mantenere un posto fisso nella memoria collettiva. Quello che accadrà domenica 5 giugno a Voghera è uno di questi, un attimo “storico”, almeno per quanto riguarda la vita cittadina. La scena è quella del Duomo, l’attimo arriverà alle ore 11.

 

 

UN VIGILE del Fuoco, lentamente, salirà una lunga serie di scalini sino ad arrivare a un quindicina di metri di altezza, poi, con grande delicatezza, aprirà una ad una le tre pesanti serrature di un tabernacolo aereo, circondato da angeli e collocato alle spalle dell’altare più antico della chiesa. Quindi estrarrà un antichissimo reliquiario, donato da Gian Galeazzo Visconti, contenente (secondo la tradizione) una delle Spine della Corona posta sul capo di Gesù Cristo. Una reliquia di enorme importanza, protagonista indiscussa di tutta la storia medioevale e poi rinascimentale di Voghera, incredibilmente dimenticata, o quasi, da cento anni.

LA SPINA della Corona di Cristo è custodita a Voghera da almeno 700 anni ed è presumibile che sia giunta in città in seguito alle crociate in Terra Santa. Sul basamento del reliquiario Visconteo, un viso smaltato ricorda la figura di San Giovanni patrono del Sovrano Militare Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, poi di Rodi, poi di Malta, oggi più semplicemente conosciuto come Ordine di Malta, che sarà un altro dei protagonisti della mattinata del 5 giugno. È  verosimile che la reliquia sia giunta a Voghera attraverso i Cavalieri Crociati, e non a caso l’Ordine di Malta proprio in città gestiva un importante ospedale dedicato agli ammalati e ai pellegrini.  Ogni anno, durante la festa di San Bovo, la reliquia veniva mostrata al popolo dal Vescovo.  Era il momento più importante. In migliaia si inginocchiavano per ottenere una benedizione.

UNA CERIMONIA durata ininterrottamente per 7 secoli e  poi, improvvisamente, sparita.
La Spina era famosissima, tanto da destare l’interesse anche da parte dei regnanti Savoia, prima ancora dell’Unità d’Italia. Voghera faceva parte dello Stato piemontese e i suoi Re venivano in città proprio per poter ammirare la Spina della Corona di Cristo. Documenti di archivio ricordano l?arrivo, il 17 maggio del 1775, del Re Vittorio Amedeo III assieme ai familiari che diventeranno successivamente i Re Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I. In quell’epoca la reliquia era sempre posta nel punto più alto all?interno del Duomo, e ci si arrivava attraverso un marchingegno sofisticato, in pratica un carrello elevatore spinto a mano da una lunga serie di ingranaggi e chiamato la “Nuvola”, sormontato da putti, in una ascensione liturgica di grande effetto. Poi la “Nuvola” cessò di funzionare e la cerimonia della Sacra Spina si interruppe.  Siamo più o meno alla fine dell’Ottocento.  La reliquia venne depositata in cassaforte e, gradatamente, entrò nel dimenticatoio o quasi.

IL PROSSIMO 5 giugno tornerà. Alle ore 11, simbolicamente, il Sindaco di Voghera, il Vescovo, e un Cavaliere di Malta consegneranno ai Vigili del Fuoco tre chiavi, necessarie per aprire le serrature del tabernacolo. Poi inizierà, lentissima, la salita della lunga scala. La reliquia sarà agganciata ad una carrucola, e scenderà a terra accompagnata dai pompieri, tutti in alta uniforme, e consegnata all’Ordine di Malta che, a sua volta, la porterà al Vescovo per essere quindi venerata dai fedeli.
Una cerimonia che si preannuncia storica, ideata e riportata alla luce da Monsignor Giovanni Captini, parroco del Duomo e da Daniele Salerno, Cavaliere di Grazia Magistrale dell’Ordine di Malta, con un eccezionale sostegno da parte dei Vigili del Fuoco di Voghera. Per settimane, fuori dall’orario di lavoro, si sono ritrovati in Chiesa, per provare e riprovare la salita e la discesa della reliquia, similmente a quanto avviene in piazza di Spagna a Roma (e in altre città italiane), quando sono proprio i pompieri, salendo le loro lunghissime scale, a portare un omaggio floreale alla Madonna.

MERITANO tutti di essere ricordati per il loro impegno: Salvatore Genovese (comandante a Voghera), Mariano Oliviero (tra gli ideatori della cerimonia), Cristiano De Paoli, Cristiano Grassi, Vincenzo Capano, Gennaro Rigillo, Claudio Manassero.
Eccezionale per la speciale occasione sarà la presenza in Duomo delle autorità religiose, civili e militari. Ne ricordiamo alcune. Il Vescovo della diocesi di Tortona Martino Canessa, tutti i parroci di Voghera, il sindaco Carlo Barbieri, il comandante provinciale dei vigili del Fuoco Fabrizio Piccinini, il Delegato per la Lombardia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Barone Guglielmo Guidobono Cavalchini,  il responsabile della Sezione pavese dell’Ordine di Malta Cesare Krentzlin, i sindaci e i rappresentanti di Noyers (località in Provenza dove nacque San Bovo), di Manosque (Francia) e Leinfelden Echterdingen (Germania), queste ultime città gemellate con Voghera, il Tenente Colonnello Angelo Maria Calati, Comandante del Primo Reparto Corpo Militare  E.I. ACISMOM, gli ufficiali dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, il responsabile provinciale del Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, Sebastiano Rinaldi.

MA C’E’ ANCHE un ulteriore motivo importante legato alla cerimonia del 5 giugno. In quella occasione infatti, sempre all’interno del Duomo di Voghera, sarà esposto un antichissimo quadro dedicato a San Bovo. La tela, di notevoli dimensioni, appartiene a una collezione privata e per la prima volta viene mostrata al pubblico. È stata dipinta tra la fine del Cinquecento e l?inizio del Seicento. Ritrae la crocefissione di Cristo, con, ai suoi piedi Sant’Agata, San Sebastiano, San Bovo e Santa Liberata da Como. Il quadro, di notevole fattura, è di scuola del nord Italia, il suo autore per ora rimane non noto. San Bovo, patrono di Voghera, è ritratto in piedi, mentre tiene una bandiera che riporta l?effige di un bue, il suo storico emblema.

 

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