VOGHERA - Il numero dei decessi per Covid-19 è in calo ma in misura minore di quanto era stato previsto. Questo significa che siamo ancora in stato di emergenza. E' l'analisi di Giovanni Maga, virologo, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia.
IL VIRUS NON E' STATO SCONFITTO
Solo oggi, in provincia di Pavia, ci sono stati ancora 12 decessi. E il numero in Lombardia è sempre molto alto.
"In quest'ultima settimana mi aspettavo un calo maggiore dei morti per Coronavirus, evidentemente questi dati sono l'esito di una situazione che si è instaurata alcune settimane fa. Il virus sta colpendo una quota di persone molto fragili, che sono in condizioni critiche - spiega Giovanni Maga - Va anche detto che ci manca ancora qualcosa, non esiste allo stato attuale delle cose una terapia mirata per questa malattia. Stiamo ancora imparando a conoscerla. Il virus non è sconfitto".
QUELLI CHE LAVORANO SONO PIU' A RISCHIO
"le persone che si occupano dei malati, medici e personale infermieristico sono in assoluto i più a rischio. Poi vengono tutti i lavoratori che non possono lavorare da casa, ma come si suol dire in presenza, dai commessi agli autisti, passando per le forze dell'ordine e i postini. Per queste categorie professionali il rischio, seppur minimo, c'è perché sono impossibilitate a svolgere le proprie mansioni da remoto, in smart working. Si tenga poi presente che il territorio pavese confina con un'area, sul piano del contagio, molto attiva come quella di Milano", prosegue Giovanni Maga.
I PERICOLI DELLA FASE 2
"Nella fase 2 vanno evitati dei disastri, come il riesplodere di focolai nelle regioni più colpite dal Coronavirus. In regioni come la Basilica i rischi connessi alla riapertura sono ben diversi da quelli che si corrono in Lombardia, Emilia, Piemonte e Veneto che tuttavia valgono una quota del 40 per cento del Pil italiano. Ma non vedo come l'Italia possa ripartire senza rimettere in moto l'economia delle regioni più industrializzate del paese".