EDITORIALE - Via ai saldi ma soprattutto via i soldi

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Un controsenso tutto italiano

VOGHERA E’ tutto pronto per l’inizio del saldi invernali. Si saldi chi può, verrebbe da dire, ma la battuta sarebbe troppo… scontata. Fatto sta che il 2014 si è aperto con l’aumento dei pedaggi autostradali (3,9%) e, a partire dall’8 gennaio, il Governo potrebbe consentire ai Comuni di aumentare l’aliquota sulla Tasi.

ANNO NUOVO, STESSA SITUAZIONE – Il 2013 si è concluso con la netta contrazione delle spese natalizie, soprattutto a causa delle tasse che le famiglie italiane hanno dovuto pagare. Tradotto, più tasse, meno regali di natale. La stessa regola sarà valida anche quest’anno per i saldi invernali. Prima di tutto perché pochi giorni non cambiano certo i bilanci familiari: se c’erano pochi soldi da spendere una settimana fa, nulla è cambiato nel nuovo anno. Così come l’azione del Governo, che ha inaugurato il 2014 con l’aumento di pedaggi autostradali. Addirittura, secondo i calcoli di Adoc e di Federconsumatori, rispetto ai saldi invernali del 2013, le famiglie spenderanno il 15% in meno. Colpa del potere d’acquisto, che ogni anno diminuisce sempre di più. Tiene invece il lusso, ma non potrebbe essere altrimenti. Dove ci sono soldi, non c’è crisi.

UN PARADOSSO TUTTO ITALIANO – Sarebbe interessante porre una domanda a chi ci governa. Ma se il cittadino italiano è sempre più vessato dalle tasse e il suo potere d’acquisto diminuisce sempre di più perché stipendi e pensioni non aumentano, come si può pretendere che il giro di affari dei saldi possa aumentare? In più, a peggiorare la situazione dei commercianti, ci sono altre due incognite. La concorrenza degli outlet e, ultimamente, le vendite via Web che possono garantire degli sconti durante tutto il corso dell’anno. Allora perché non consentire a tutti i commercianti di applicare i prezzi che ritengono opportuni durante tutto l’anno ed eliminare una volta per tutte questo rito del saldi, che senza soldi, non serve a nulla.

Andrea PESTONI