VOGHERA - Riceviamo da un nostro lettore una testimonianza dei disagi che ogni giorno i pendolari vogheresi e oltrepadani devono affrontare per recarsi al lavoro.
Stazione di Voghera, esterno giorno.
Giuseppe arriva in stazione trafelato, in bicicletta, dopo aver schivato le consuete automobili ferme sulla pista ciclabile e l’immancabile auto di servizio del comune che esce dai depositi comunali senza curarsi dei pedoni. Giuseppe parcheggia la bicicletta nelle apposite rastrelliere tra un cerchione abbandonato, lucchetti tagliati abbandonati a terra, motorini legati alla rastrelliera che occupano lo spazio di quattro biciclette e un senzatetto che dorme lì accanto ormai da qualche mese, tragico memento dei tempi che viviamo.
Giuseppe lega la bicicletta e si precipita al binario quando una voce metallica proclama “Annuncio cancellazione treno: il treno regionale 2164 di Trenord proveniente da Tortona e diretto a Milano Centrale oggi non è stato effettuato. Ci scusiamo per il disagio.” Il treno in questione è naturalmente quello che avrebbe dovuto portare Giuseppe a Milano, al lavoro. La stessa voce metallica annuncia anche una raffica di treni cancellati “per guasto ai materiali”. I treni in questione non sono effettuati “per guasto ai materiali” ormai da una settimana, tanto che viene da chiedersi di quale particolare materiale siano costituiti, i treni regionali, visto che in una settimana non sono ancora stati riparati...
Giuseppe si rassegna (come capita perlomeno due o tre volte a settimana) ad aspettare il treno successivo quando la solita voce metallica proclama stentorea “Annuncio ritardo: il treno regionale 2184 di Trenitalia proveniente da Ventimiglia e diretto a Milano Centrale arriverà con venti minuti di ritardo” questa volte senza scuse, mentre una voce adesso umana annuncia subito dopo che il medesimo treno effettuerà fermate anche a Lungavilla, Bressana Bottarone e San Martino - Cava. Il treno arriva in stazione già strapieno, e la prima immagine che viene alla mente salendoci è quella di quei camion che ogni tanto si sorpassano in autostrada stipati di maiali o bovini.
Giuseppe anche questa mattina arriverà in ufficio con circa quaranta minuti di ritardo rispetto all’orario al quale sarebbe dovuto arrivare se il treno pianificato (e mai effettuato) fosse stato in orario. Giuseppe è un privilegiato perché non ha un cartellino da timbrare, ma il tempo che Trenord e Trenitalia gli hanno RUBATO anche questa mattina dovrà recuperarlo questa sera togliendo tempo alle relazioni familiari che, con due bambini in età scolare, sono davvero preziosissime.
Giuseppe è maschio e femmina, è una professionista e uno studente, una pensionata e un malato che va a fare un controllo, un commesso e una dirigente d’azienda. Giuseppe è il pendolare eterno ostaggio di una azienda ferroviaria fallimentare e arrogante che possiede treni vecchi, perennemente guasti e sporchi che nemmeno quelli dell’India più profonda. Giuseppe però deve pagare l’abbonamento con puntualità svizzera il primo giorno del mese, altrimenti sono centinaia di euro di multa - e qui l’azienda ferroviaria, fallimentare da sempre e in tutto, diventa fiscalissima. Forte coi deboli e debole coi forti, come ogni fallito che si rispetti.
Ivan Guerra, pendolare