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Attualità - Mercoledì, 13 Agosto 2014 11:55

LA NOTIZIA DEL GIORNO - Lettera aperta a Robin Williams

Muore anche chi vuole vivererobin williams

CARO ROBIN WILLIAMS, quando ho saputo che eri morto mi è dispiaciuto. La morte mi colpisce sempre, ma non ho “postato” foto, video o messaggi di addio su Facebook perché non mi è sembrato giusto farlo.

 

Una premessa doverosa, la mia non è una critica a tutti coloro che hanno “riempito” Facebook con il solito “Rip” (che brutto acronimo, manco perdiamo più il tempo di scrivere tutta la frase: riposa in pace), con fotografie, frasi tratte dai tuoi film o spezzoni video dei tuoi successi più famosi. Ognuno è libero di fare ciò che vuole e visto che non amo molto essere giudicato, lungi da me giudicare gli altri. Io ho invece deciso di non farlo, non perché non sia dispiaciuto della tua morte, ma perché non facendolo ho ritenuto di portare un po’ di rispetto ad altre morti, meno eclatanti ma di diversa natura. La morte di chi aveva voglia di vivere.

Si dice spesso... “morire è facile, è vivere che richiede coraggio”. Mai come nel tuo caso questa frase può essere più azzeccata. In tanti anni di giornalismo mi sono occupato spesso della cosiddetta “cronaca nera”. Solo non poco tempo fa ho pubblicato un articolo che parlava di un muratore rumeno di mezza età che non trovando né lavoro né aiuto, e non potendo così mantenere moglie e figli, si è gettato sotto un treno. Avrebbe avuto voglia di vivere, ma non ce l’ha più fatta. Ho scritto più volte di uomini e donne sole, anziane, abbandonati da tutti, che si toglievano la vita perché la solitudine e l’indifferenza sono due pugnalate al cuore, spesso letali. Ho letto e scritto di imprenditori, che si sono tolti la vita perché distrutti dalla crisi. Tutti leggiamo di giovani che se ne vanno troppo presto per incidenti o malattie. Pensa ai bambini ricoverati nei reparti di Pediatria (si, proprio quelli di Patch Adams). Pensa a chi ha lottato contro un male incurabile ed ha dovuto soccombere. Tutti questi vorrebbero vivere, ma non ci riescono. E non perché vogliono chissà cosa: cercano sempre un po’ di felicità e soprattutto una vita serena a chi vuole loro bene.

Caro Robin Williams, so bene che la depressione è una grave malattia che non guarda in faccia a nessuno. Ma tu avevi una famiglia, eri famoso, eri un attore apprezzato. Se, come scrivono oggi molti giornali, avevi dei problemi economici, non so cosa dirti. Nella tua carriera di attore avrai guadagnato certo molti più soldi che una persona normale riesce a mettere da parte in tante generazioni. Se hai gettato al vento la tua fortuna, mi spiace essere così brutale, ma è solo colpa tua.

Forse avevi troppo: successo, soldi, fama. Forse i motivi erano altri. Impossibile entrare nel merito di una decisione così tragica. E’ già difficile farlo con una persona che si conosce, figuriamoci con un perfetto sconosciuto, anche se famoso. Speriamo almeno che, chi sta trascorrendo un momento difficile, invece di prendere la tua stessa decisione, guardi invece uno dei tuoi film. Non sei riuscito a salvare la tua vita, ma grazie alla tua brillante carriera cinematografica, magari ne potrai salvare delle altre. O quantomeno alleviarne le difficoltà quotidiane.

Andrea PESTONI (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

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