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Sport 2017-18 - Martedì, 08 Maggio 2018 14:41

INTERVISTA - Il racconto di Raccone: non potevo sbagliare quel rigore

rigore raccone tnVOGHERA - Il rigore che ha aperto le porte della gloria al Voghera lo ha realizzato Emanuele Raccone, con estrema sicurezza e freddezza. L’uomo che ha coronato il sogno della Voghe racconta i pensieri, le emozioni e la gioia intorno a quel rigore, destinato ad entrare nella storia della società rossonera.

 

Quanti pensieri ti hanno affollato la mente nel tragitto verso il dischetto?

“Sinceramente ero sicuro di buttarla dentro. Con il mister, avevamo provato spesso i rigori nella settimana che portava alla finale. Ero tranquillo e convinto di tirarlo cosi , anche se il portiere si buttava spesso in quella direzione. Sono rimasto della mia idea, anche perché cambiare all’ultimo, poteva essere controproducente. Per fortuna è andata bene, se il portiere l’avesse parato, avrebbe fatto un mezzo miracolo”.

Un rigore cosi pesante l’avevi mai battuto?

“Di questa importanza, sicuramente no. Sono felice per il rigore, ma soprattutto per la vittoria del campionato. Ce lo meritiamo per il lavoro che abbiamo fatto durante l’anno, con tre allenamenti settimanali e un impegno costante. E’ bellissimo vincere un campionato con una tifoseria come quella del Voghera, che ci ha sempre sostenuto, domenica a Zeccone erano davvero in tanti a incitarci per tutti i 120 minuti. Voglio anche sottolineare i meriti di mister Chierico, che ci ha dato tantissimo da quando è arrivato, senza dimenticare i primi mesi con Falsettini, ma con Chierico abbiamo acquisito quell’equilibrio che ci mancava. E’ ancora più bella questa soddisfazione perché l’ho condivisa con amici veri come Cartasegna, Clementini e Bagnasco, con cui ci conosciamo fin da bambini, ma devo dire che si è creato un gruppo fantastico con tutti”.

Ci confermi che tu e Bagnasco avete fatto un fioretto per il campionato vinto?

“Si ci siamo tagliati il codino, con Laboranti che si è dimostrato un ottimo parrucchiere".

Il tuo futuro lo vedi ancora a Voghera?

“Mi piacerebbe tanto restare qui, mi trovo benissimo con il gruppo e giocare davanti a tanti tifosi è impagabile. E’ chiaro che la Promozione richiede maggiori sacrifici che vanno conciliato con gli impegni lavorativi. Io faccio il geometra topografo e sono sempre in giro, ma a Voghera resterei volentieri”.

Era il tuo primo anno fuori dal Piemonte, che differenze hai trovato?

“Ho sempre giocato tra Prima e Promozione piemontese, e anche quest’anno avevo cominciato con l’Hsl Derthona, ma sentivo poca fiducia nel mister e ho deciso di cambiare, spostandomi a Voghera. In questo girone lombardo, ho trovato tante squadre organizzate, mentre in Piemonte ci sono tre-quattro squadre nettamente più forti delle altre. Per me questa è stata la seconda stagione da difensore centrale, prima giocavo da centrocampista. Quest’anno ho imparato molto da mister Chierico sui movimenti della linea a tre”.

Ti senti il Fabio Grosso del Voghera?

“Sfortunatamente so che non è cosi, ma il paragone lo accetto volentieri”, sorride il geometra tortonese che con quel rigore ha scritto un pezzo di storia della Voghe.

 

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