VOGHERA - L’amore per la maglia del Voghera e l’affetto verso i tifosi rossoneri fanno da contraltare all’amarezza per il trattamento ricevuto dalla nuova dirigenza. Mattia Pellegrini lascia la Voghe con questi stati d’animo contrastanti dopo due anni in cui ha sentito la casacca rossonera come una seconda pelle. In questa intervista si congeda dal pubblico vogherese e non risparmia qualche stoccata alla società.
Quanto ti dispiace lasciare il Voghera?
“Sono venuto a Voghera due anni fa, rinunciando a restare in Eccellenza, per un progetto ben preciso di rilancio della piazza di Voghera nel calcio. C’era l’idea di finire qui la carriera da giocatore e intraprendere un nuovo percorso in questa società in un altro ruolo. Purtroppo sono stati due anni deludenti come risultati e mi spiace andarmene in questo modo, ma non c’erano più i presupposti per continuare”.
Che cosa ti ha ferito del comportamento della dirigenza?
“Del presidente Perinetti, non posso dire nulla di male, c’è sempre stato rispetto reciproco in questi due anni. Il nuovo direttore sportivo che è arrivato mi ha inviato un messaggio dicendomi che non rientravo più nei loro piani, senza nemmeno conoscermi. Il presidente mi ha poi chiamato e ci siamo visti, ma negli occhi della dirigenza e dalle loro parole, non ho percepito la volontà di tenermi , non sentivo più la loro piena fiducia. Questo è un modo di comportarsi da padre-padrone, più adatto a categorie dall’Eccellenza in su, mentre in questi campionati , solitamente, i rapporti sono diversi, più umani. Non mi aspettavo riconoscenza, perché nel calcio so che non esiste, ma sicuramente un po’ più di rispetto. Non mi è piaciuto che mi abbiano scritto un messaggio, certe cose vanno dette in faccia”.
Quanto ti pesa il distacco dagli ultras, di cui sei stato idolo incontrastato in questi due anni?
“Con loro, il rapporto di amicizia resterà sempre e continueremo a vederci fuori dal campo. Sono contento del legame che si è creato con loro in questi due anni e con il resto del pubblico che ha seguito il Voghera. L’anno scorso, c’era stato un lungo tira e molla con la società prima che decidessi di restare e non nego che loro hanno giocato un ruolo importante. Anche quest’anno mi hanno manifestato tutto il loro affetto, provando a convincermi a restare, ma non sentivo più la fiducia della dirigenza. Detto questo, auguro al Voghera di tornare nei campionati che merita, sia la squadra che la tifoseria”.
Quanti rimpianti ti lasciano questi due anni al Voghera?
“Il primo anno è stato difficile, perché siamo partiti tardi e la squadra è stata costruita in fretta. C’è più rammarico per la stagione conclusa , dove la squadra era fortissima, ma non siamo mai riusciti a creare un gruppo tra noi nello spogliatoio”.
Nel tuo futuro, c’è il Bressana. Come ti ha convinto la società arancione?
“Avevo anche altre offerte , ma loro sono stati i primi a contattarmi e a parità di Prima Categoria, ho preferito rimanere nel girone lombardo, dove il campionato è più appagante a livello tecnico. Per loro, il prossimo sarà l’anno del centenario e hanno intenzione di costruire una squadra competitiva, con la conferma del gruppo storico di giocatori di valore e l’inserimento di qualche tassello importante. Mi hanno messo in cima alla lista dei rinforzi e questo mi ha fatto enorme piacere. Poi ho apprezzato molto il fatto che agli incontri che ho avuto con loro, c’era la dirigenza al completo e mister Truffi ad accogliermi, tutti mi hanno dimostrato fiducia e stima, che cercherò di ripagare. Di promesse non ne faccio, a parte la necessità di onorare sempre la maglia, in ogni partita e negli allenamenti. La partita della domenica è sempre una conseguenza di come ci si prepara in settimana, è come un esame a cui bisogna arrivare pronti, allenandosi al meglio”.
La sfida Bressana-Voghera come la vivrai?
“Con un conflitto interiore , e una forte componente emotiva, diciamo che sarà come giocare due o tre partite contemporaneamente, però gioco per il Bressana e cercherò di vincere.
E in caso di gol?
“Tante volte mi sono trovato in questa situazione. Incide molto il modo in cui ti sei lasciato con una società. Di sicuro, se non dovessi esultare sarà soltanto per i miei tifosi”.
Alessandro QUAGLINI