VOGHERA - Paolo Ghiglione si sta godendo le meritate vacanze dopo una stagione ricca di impegni e caratterizzata da soddisfazioni enormi.
Il 20enne nato e cresciuto calcisticamente a Voghera e residente a Castelnuovo Scrivia, rivive le forti emozioni di una stagione gratificante, divisa tra l’impresa con la Spal, capace di centrare la promozione in A e la splendida avventura della Nazionale Under 20, terza al Mondiale disputato in Corea del Sud.
Partiamo dal Mondiale, Paolo. Cosa ti ha lasciato questa meravigliosa avventura con la maglia azzurra?
“E’ stata un’esperienza bellissima, giocare un Mondiale è il sogno di ogni bambino. Alla vigilia, nessuno si aspettava un cammino cosi esaltante, ma siamo stati sempre uniti nel superare ogni ostacolo”.
C’è qualche rimpianto per la sconfitta con l’Inghilterra in semifinale o prevale l’orgoglio di aver conquistato il terzo posto, battendo l’Uruguay nella sfida decisiva per la medaglia di bronzo?
“Con l’Inghilterra, abbiamo fatto benissimo nel primo tempo, poi siamo calati, ma di rimpianti non ne abbiamo. Il terzo posto rappresenta una grandissima soddisfazione anche in relazione a come siamo partiti, quando in pochi ci consideravano. Con i risultati, abbiamo avvicinato tutti gli sportivi italiani e questo ci ha riempito di orgoglio”.
Qual è stato il punto di forza dell’Italia?
“Sicuramente l’unione del gruppo. Eravamo sempre insieme, anche nei momenti di libertà durante il ritiro e devo dire che l’organizzazione curata dalla Figc è stata perfetta. Avevamo uno staff di 22 persone , che comprendeva fisioterapisti, un nutrizionista e gli altri dirigenti, nulla è stato lasciato al caso”.
In Corea del Sud come ti sei trovato a livello logistico?
“Siamo stati in tre posti diversi e devo dire che le strutture erano all’avanguardia, e mi riferisco sia agli alberghi che ai campi dove ci siamo allenati e abbiamo giocato. L’unica pecca riguarda il cibo, mangiare le stesse cose per un mese risulta piuttosto pesante”.
Tra i giocatori della manifestazione, chi ti ha colpito maggiormente come qualità?
“L’Uruguay aveva due- tre individualità di valore assoluto, tra cui Betancur, che è stato acquistato dalla Juve. Mi ha fatto un’ottima impressione anche Solanke dell’Inghilterra. Tra i compagni, ho rivisto Mandragora giocare ai suoi livelli dopo l’infortunio che ha subito e Orsolini ha fatto grandi cose, vincendo la Scarpa d’Oro come capocannoniere del torneo”.
Con chi hai legato di più in azzurro?
“Ero in camera con Pessina , poi conoscevo già buona parte del gruppo, con cui abbiamo partecipato all’Europeo Under 19 dell’anno scorso. Ho ritrovato con piacere anche Mandragora e Panico, con loro ho giocato negli Allievi e nella Primavera del Genoa”.
Personalmente in cosa ti senti migliorato dopo questa stagione ricca di pagine indimenticabili?
“Nella Spal, ho curato molto la fase difensiva, migliorando in quell’aspetto. Nell’Italia sono tornato a giocare più avanti, ma non ho alcun problema, mi adatto alle esigenze degli allenatori. Queste esperienze mi hanno aiutato ad acquisire più sicurezza e fiducia in me stesso, ma so benissimo che devo ancora dimostrare tanto e migliorare”.
Il tuo futuro dove sarà ?
“Non penso di rimanere alla Spal (dove era in prestito dal Genoa, ndr). Devo valutare insieme al Genoa, ma credo che ci sia la possibilità di andare in Serie B per giocare di più, qualche offerta c’è già stata e presto deciderò”.
Ti piacerebbe anche proseguire nella trafila azzurra?
“Quello è un altro sogno che vorrei realizzare, ma so benissimo che entrare nel giro dell’Under 21 è molto difficile, ci sono giocatori che hanno già accumulato tanta esperienza anche in Serie A. Io farò del mio meglio, ho iniziato il percorso con l’Italia dall’Under 18 e vorrei continuarlo. Il mio primo pensiero in questo momento è di poter giocare con continuità, con l’umiltà e la voglia di migliorare sempre”.
Alessandro QUAGLINI