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Sport 2016-17 - Domenica, 28 Maggio 2017 19:52

INTERVISTA ESCLUSIVA - Falsettini: questa sara' la mia Voghe

falsettini tnVOGHERA - Al cuor non si comanda.  Marco Falsettini, allenatore milanese classe ’58, riabbraccia i colori del Voghera dopo 33 anni per una scelta di pura passione e sentimenti.

 

Falsettini coglie anche l’occasione per chiarire il famoso dietrofront di sette anni fa, quando sembrava aver trovato l’accordo con la dirigenza dell’Ac Voghera in D, ma poi cambiò idea e si accasò al Derthona: “Voglio chiarire quella vicenda. Dopo che parlai con la dirigenza del Voghera, capii che non c’erano i presupposti per fare calcio come piace a me e decisi di andarmene. Sono sempre stato innamorato del Voghera, li ho vissuto due anni bellissimi della mia carriera. Due campionati di C2, dall’82 all’84, con lo stadio sempre pieno e una grandissima squadra. Arrivai dal Corbetta in estate, come riserva delle due punte titolari, Lucchetti e Colloca, ma alla fine del ritiro estivo,  Oscar Massei, che considero il miglior allenatore che ho avuto in carriera, mi propose di giocare dietro alle due punte.  Accettai la sua idea e cosi giocai da trequartista, nel ruolo che l’anno prima ricopriva Beppe Sannino. Per  me a Voghera, furono due anni fantastici, che hanno segnato la svolta nel mio percorso da giocatore. Ho sempre desiderato tornare a Voghera come allenatore e finalmente eccomi qua”.

 

E’ strano vedere un tecnico del suo prestigio in Prima Categoria. Come vive questa situazione?
“Un mio carissimo amico, che è entrato nella dirigenza del Voghera, mi ha prospettato questo progetto e ho subito accettato. Qui ci sono persone genuine, vere e so che posso fare calcio come piace a me. Sto per cominciare la mia ventisettesima stagione da allenatore e mi interessa divertirmi. Oggi il calcio è soprattutto business a tutti i livelli, ma per me conta tanto la passione. Avevo offerte anche dalla Serie D, da una società del Centro Italia, ma mi ha affascinato di più l’idea di poter sviluppare un progetto importante qui a Voghera con persone che conosco e che stimo”.  


Tra i programmi della società, c’è anche l’idea di poter giocare al Parisi. Lei ha giocato in quello stadio, quanto le piacerebbe tornarci da allenatore?
“Sarebbe la ciliegina sulla torta. Ho ancora delle foto a casa del mio amico fotografo Macho Barbieri con lo stadio strapieno, che mi ha sempre suscitato delle emozioni forti. Poi una squadra che si chiama Voghera non vedo perché non debba giocare a Voghera e non voglio entrare in discorsi politici che non mi competono”.


Come sarà il suo Voghera?
“Mi hanno  sempre definito un amante del calcio offensivo  e un allenatore bravo a lavorare con i giovani. Vorrei vedere una squadra che impone il suo gioco e che dà sempre più del massimo, sia in allenamento che in partita”.
In questi due anni di Prima Categoria, si è avuta la netta sensazione che per molti giocatori la maglia del Voghera pesasse troppo e comportasse un’eccessiva pressione. Cosa affronterà questo tema con i giocatori?
“Gli farò il mio esempio. Arrivavo dal Corbetta, dove avevo fatto 33 gol in due anni e giocai la prima partita nel Voghera in un derby di Coppa Italia contro il Pavia, tra l’altro facendo subito gol. Per me giocare nel Voghera era come giocare in Serie A e cosi è sempre stato per ogni squadra in cui ho giocato e allenato. La pressione negativa non deve esserci. Giocare davanti a tanta gente deve dare entusiasmo ai giocatori, devono viverla con piacere e come uno stimolo in più”.


Ai tifosi cosa dice?
“Quando sono venuto a Voghera da avversario, ho sempre ricevuto attestati di stima. Spero di aver chiarito definitivamente l’episodio di sette anni fa, dove chiunque è abituato a fare calcio in un certo modo, si sarebbe comportato come me. I tifosi a Voghera sono sempre stati l’arma in più e cercheremo di soddisfare i palati fini del pubblico vogherese, con il gioco e i risultati, ma prima tutto con il massimo impegno”.

Alessandro QUAGLINI

 

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