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Sport 2015-16 - Giovedì, 12 Maggio 2016 09:47

VARZI - Sacrificio e speranza e il Rebo ricomincia a volare

rebolini1 tnVARZI - Da Varzi a Casale, sempre con un ruolo da protagonista. Il percorso di Ruben Rebolini, centrocampista varzese classe ’93, è un inno di speranza per tanti giovani giocatori, che con tanta voglia ed entusiasmo, salgono i gradini del calcio e non si abbattono di fronte alle difficoltà.

 

GIA’ PRESENTE NEL CALCIO CHE CONTA - Ruben aveva già assaggiato il calcio importante (una presenza in Lega Pro con la Valenzana) e due stagioni in D , con Novese e Santhià (solo 6 mesi),  ma problematiche di vario tipo, in primis societarie, lo hanno costretto a ricominciare dal basso. Prima il Ferrera, in Promozione, e quindi una stagione da leader nel Varzi, vincendo la Prima Categoria, con tanti amici d’infanzia e il fratello Eros come compagni. Un trampolino per riprendere il volo nel calcio d’elite, in una realtà prestigiosa e storica come Casale, con cui ha trionfato in Eccellenza, rivestendo un ruolo di primissimo piano.  

Ruben ci racconti la tua emozione dopo questo campionato vinto con una maglia cosi blasonata?

“Devo dire che l’emozione è tanta. Sono arrivato a Casale come l’acquisto meno reclamizzato, com’era giusto che fosse, in quanto venivo dalla Prima Categoria. Mi sono inserito bene nel gruppo e sono contento di aver giocato quasi tutte le partite, diventando una pedina importante. Poi vincere qui, è ancora più piacevole, questa piazza merita certamente altri palcoscenici”.
 
Qual è stato il momento che porterai nel cuore di questa splendida stagione?

“Sicuramente l’ultima partita di Alba, quella che ci ha dato la certezza della promozione in D. Ricordo l’adrenalina e l’emozione che si respirava sin dal viaggio in pullman al mattino. Anche in campo, si sentiva l’importanza della partita. E’ stato bellissimo anche il ritorno a Casale, con i nostri ultras che ci aspettavano allo stadio. C’erano più di 300 persone ad attenderci per far festa tutti insieme, questo rende l’idea del calore e della passione di questa tifoseria. Anche giocare in uno stadio come il “Natale Palli” ti dà sempre una carica speciale”.

In che cosa ti senti migliorato dopo questo campionato di Eccellenza?

“Sicuramente nell’autostima e nella fiducia in me stesso. Dentro di me, sapevo di poter stare in certe categorie, ma sinceramente, ad inizio stagione, non immaginavo di vivere un campionato cosi, quasi sempre da titolare. Voglio ringraziare il direttore generale Turino, che ha voluto scommettere su di me e mister Rossi, che mi ha sempre dato fiducia.  Anche  i giocatori più esperti del gruppo mi hanno dato tanti consigli, da Didu, Priolo, Silvestri, Farina  Castagnone e Garavelli, tutti mi hanno aiutato a crescere”.
 
Hai avuto la fortuna di lavorare con Ezio Rossi, un tecnico di grande esperienza, dal curriculum molto rilevante. Che cosa ti ha insegnato in particolare?

“Ha insistito molto sulla cattiveria agonistica, è quello l’aspetto in cui devo migliorare e ne sono consapevole, ma qualche passo avanti l’ho fatto anche in questo senso”.

Il fatto di viaggiare quotidianamente ti ha pesato?

“Direi di no, anche perché partivo da Voghera, dove abito con la mia ragazza, poi ad Alessandria si univano altri due miei compagni, con cui facevamo il tragitto verso Casale. Poi quando c’è l’entusiasmo,  questi sacrifici non pesano affatto”. Hai una dedica per questo successo? “Il primo pensiero va alla mia famiglia e alla mia ragazza. Voglio ringraziare anche mio zio Luciano, con cui mi sento tutti i giorni e mi supporta sempre, diciamo che mi fa un po’ da procuratore. Non dimentico il Varzi, a cui sarò sempre grato”.  

Nel tuo futuro c’è la serie D con il Casale?

“Me lo auguro fortemente, la mia priorità è restare qui. Mi piacerebbe tornare a giocare in D con questa maglia, qui a Casale ti senti un giocatore vero sotto tutti i punti di vista”.  


Non hai qualche sassolino da toglierti dalle scarpe, magari verso qualcuno che non ha creduto in te?

“Preferisco godermi questo momento con chi mi è sempre stato vicino, senza fare polemiche. Diciamo che mi sono preso una rivincita con me stesso, ci tenevo tanto a dimostrare di poter giocare a certi livelli e ora voglio puntare ancora più in alto, certamente non mi accontento”.

Alessandro QUAGLINI

 

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