Il tecnico si accasa all'Apos Stradella
BRESSANA - Quando si chiude una storia d’amore lunga sette anni , è fisiologico che si avverta un senso di smarrimento . Carlo Truffi e il Bressana hanno vissuto in simbiosi per questo lungo periodo (eccezion fatta per una breve e infelice parentesi a Lomello del tecnico) e il loro divorzio ha generato grande stupore nell’ambiente del calcio oltrepadano.
Il futuro di Truffi è all’Apos Stradella (neopromosso in Prima Categoria, ndr) , società che lo ha svezzato nel calcio, ma il Bressana resterà sempre una famiglia per lui, anche se negli ultimi tempi è emersa qualche frizione, come lascia intuire, con grande signorilità, mister Truffi in questa intervista. Truffi e il Bressana una relazione che pareva inscalfibile. Come siete arrivati a questa separazione? “Fino ad un mese fa non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello di lasciare il Bressana. Ho sempre considerato Bressana come casa mia e ho instaurato rapporti di amicizia importanti, che resteranno ben saldi. Ho capito che forse era arrivato il momento di togliere il disturbo, ma ci tengo a precisare che non ho litigato con nessuno e me ne vado con la coscienza pulita”. C’è stato un momento preciso in cui ha maturato questa decisione? “Già da dicembre, parlando con il ds Palladini , gli avevo fatto presente che certe cose non mi andavano. E’ chiaro che qualcosa è successo, ma non voglio assolutamente fare polemiche. L’unica cosa che voglio rimarcare è che la società ha preso atto della mia decisione e non ha fatto nulla per trattenermi, evidentemente anche loro avevano deciso di rinunciare a Truffi . L’importante è che sia io che il Bressana siamo contenti di come sono andate le cose”. Se dovesse sintetizzare questi sette anni a Bressana in poche parole, come li descriverebbe? “In poche parole è difficile. Sicuramente posso dire che in questi sette anni non mi sono mai annoiato e mi rimangono dei ricordi bellissimi di questa esperienza. Ho conosciuto tante persone speciali, tra cui l’unico veramente indispensabile per il Bressana, ovvero Geppe e questi legami affettivi resteranno per sempre”. Il futuro per lei si chiama Apos Stradella, una società che conosce molto bene. “Sono davvero onorato della proposta dell’Apos e l’ho accettata subito, senza pensarci. Io abito a Stradella e all’Apos ho cominciato ad allenare. Ci tengo a chiarire che per me non è assolutamente un ripiego questa soluzione, anzi. Tra l’altro ritrovo Carlo Bissacco all’Apos, che è stato un mio allenatore in passato e che reputo il mio maestro calcistico. Mi son messo a completa disposizione della società e son pienamente disponibile a dare una mano dove serve: affiancherò mister Bissacco nella conduzione della prima squadra e aiuterò i vari allenatori a far crescere i ragazzi del settore giovanile, da sempre un valore aggiunto per l’Apos. Ci sono circa 250 ragazzi tesserati e ben 15 squadre del settore giovanile, un bacino davvero importante che va seguito con la massima cura e attenzione , sono davvero gratificato per questo ruolo”. Per il dopo Truffi, il Bressana affidato la sua panchina a Federico Costa, un tecnico giovane, ma con un curriculum già ricco. Come valuta questa scelta della società ? “Costa lo conosco , è un bravo ragazzo e un allenatore preparato. Trova un gruppo eccezionale e potrà contare su una squadra juniores che ha fatto un percorso brillantissimo nel girone di ritorno. In più potrà avvalersi della collaborazione di un direttore sportivo capace e competente come Gianluca Palladini, che saprà aiutarlo benissimo”.
ALESSANDRO QUAGLINI