Lettera aperta ai lettori di Vst
VOGHERA Un anno solo in rossonero, ma questa maglia gli resterà per sempre cucita addosso. Alberto Bendoricchio, capitano del Voghera per una stagione, ha scritto per Vogheraseitu.it una lettera a cuore aperto in cui emerge il suo grande affetto per questa maglia e per i tifosi vogheresi.
Domenica affronterà la Voghe da avversario, ma il suo cuore batterà sempre per la squadra rossonera . Ecco la lettera indirizzata a tutti i tifosi e gli appassionati di calcio vogheresi:
VOLEVO SMETTERE COL CALCIO, MA… - “Quest'anno, dopo le esperienze negative di Verola Nuova (fallimento società) e Carpenedolo (retrocessione), avevo deciso di smettere. Smettevo per due motivi fondamentalmente. Il primo è che penso che giocare a calcio, oltre ad essere sempre stato un lavoro per me, dev'essere un piacere. Ma io purtroppo ho dei problemi alle caviglie che non mi permettono di provare piacere mentre gioco o mi alleno. E ho capito che non è normale riuscire a giocare in queste categorie grazie ad anti-dolorifici che vengono presi domenicalmente da più di due anni. Perchè un conto è soffrire per i miliardi. Un conto è soffrire per un rimborso spese, che a volte non viene nemmeno riconosciuto. Il secondo motivo è quello che è diventato il mondo del calcio. Un mondo nel quale non esistono più (se non in casi rarissimi) due cose fondamentali: la parola e la stretta di mano. Gente che ti parla e che ti promette e poi non mantiene. Gente che dice una cosa a te e poi si gira e ne racconta una diversa ad un'altra persona. Io son diverso. Perchè, anche se spesso son stato criticato e cacciato per questo, ho sempre detto le cose che pensavo a chiunque. Ho sempre detto la verità in faccia a chiunque, anche quando ho sbagliato. Mi son sempre schierato per o contro qualcosa. in campo e fuori. E non ho mai fatto niente per convenienza come spesso han fatto ex miei compagni di squadra. Anche perchè alla fine i giocatori devono capire una cosa: che ad essere servili alle persone, guadagni uno, due massimo tre anni di calcio in una società. Ma tranquilli che prima o poi vi cacciano quando non gli servite più ed avete fatto pure la figura degli uomini poco seri.
QUELLA TELEFONATA DI MALU’ - Perciò, stufo da tutto questo (Ma alt, non sputo nel piatto dove ho mangiato fino a 6 mesi fa) mi son fatto da parte. Ho cominciato a collaborare con un mio amico che vende materiale antinfortunistico e linee vita e nel frattempo avevo fatto girar la voce che mi sarebbe piaciuto allenare. Perchè senza presunzione, lo voglio cambiare da dentro sto mondo. Deve tornare un mondo sano. Di principi e di valori veri. Nelle nostre categorie il calcio è morto praticamente ovunque. Allora la gente si deve scordare di far solo il calciatore nella vita. Deve giocare se può, alleandosi la sera e percependo un rimborso spese paragonabile ad uno stipendio normale. E di giorno lavorare. Avere dei premi a vincere. Perchè se io, a prescindere dal fatto di arrivare primo o decimo alla fine dell'anno, so già di guadagnare 3/4 mila euro al mese, se non sono un uomo prima che di un giocatore, posso anche impegnarmi meno di quello che dovrei fare. Quando allenerò, parlerò chiaro col mio presidente: “Le squadre si fanno prima con gli uomini, poi coi giocatori. Perchè un uomo, non ti tradisce mai". Bisogna riavvicinare il calcio ai tifosi, farli sentire partecipi. Senza creare quella barriera che c'è sempre stata tra giocatori e tifosi. Di queste idee ne ho parlato un po' in giro ed un giorno mi arriva la telefonata di Malù (attuale ds della Colognese e apprezzato opinionista televisivo, ndr) che mi dice che mi vuol vedere e mi vuol parlare... Alla fine mi ha convinto a far ancora otto mesi di calcio giocato e di pianificare il discorso allenatore per l'anno prossimo... Allora tre settimane fa ho ricominciato a Cologno che è a 3 chilometri da casa mia.... Ho ricominciato perchè mi ha stimolato l'idea di togliermi qualche sassolino dalle scarpe con qualche giocatore, un allenatore e qualche dirigente che non mi sta simpatico. E fortunatamente li ho tutti nel girone... Perciò ho pensato, mi metto in mezzo al campo e posso tirar 2 calci un po' a tutti quelli con cui son avvelenato. E i nomi delle squadre sono: Carpenedolo, Alzano, Seriate e Darfo....
UN CUORE SEMPRE… ROSSONERO - E poi, il vero motivo era quello che avevo il Voghera nel girone. Il pensiero di poter tornare a giocare a Voghera, che tutt'ora considero casa mia, mi fa venir la pelle d'oca. Io son stato da Dio in questa città. Ho trovato amici veri che frequento tutt'ora. Mi son talmente innamorato di Voghera che io ci faccio pure il tifo. Io tengo al Voghera e vado pure al campo di allenamento con le felpe degli Ultras. Quando finisco la partita io chiedo subito cos'ha fatto il Voghera e poi chiedo i risultati della serie A. Io non mi vergogno a dirlo, io ho pianto quando me ne sn andato da questa città. E tutt'ora, se parto da Bergamo che son triste, quando arrivo qui, mi vien subito il sorriso. Domani affrontiamo una squadra costruita per provare a vincere il campionato. Onestamente non c'è partita a nomi e blasone. Noi siam una squadra con gente che l'anno scorso giocava in Promozione o giovani della Berretti. Ragazzi bravi e giovani, che però a volte pagano l'impatto con la categoria e non riescono ad essere costanti. Abbiamo tra l'altro (infortunati a parte) una situazione societaria difficile alle spalle che ha portato tra l'altro qualche giocatore ad andarsene. Perciò domenica se vogliamo giocarcela, dobbiamo buttarla solo su una cosa. Sulla rabbia che abbiamo dentro per il casino che ci sta succedendo. Una rabbia che ci deve venire mentre pensiamo che giochiamo contro gente che guadagna ottimamente e che soprattutto prende gli stipendi. Dobbiamo metterla sull'agonismo. Su una sfida uomo contro uomo che dobbiamo provare a vincere. Perchè se non ci mettiamo almeno questo, lo dico già ora che per noi sarà una disfatta perchè qualitativamente come rose a disposizione non c'è partita. Non rivedo volentieri nessuno a livello societario e come ex compagni di squadra. Anche perchè non ne son rimasti molti. Forse l'unico è Martin Colombo con il quale ho diviso la camera allo Zenit appena arrivata. In società hanno fatto le loro scelte, ed io mi son adeguato. Però non posso dire di non essermi incazzato quando ho saputo di esser cacciato. Perchè poi mi dispiaceva tanto non poter più allenare i miei pulcini con i quali avevo creato un rapporto splendido. E anche con qualche genitore. Io domenica rivedo volentieri i tifosi della Voghe. Anche se non li ho mai persi di vista perchè a parte trovarci per mangiar insieme, appena posso vado a vedere la Voghe sempre con loro. I tifosi del Voghera non si meritano più la serie D. Solo per questo io spero che vincano sto benedetto campionato. Voghera ha bisogno di andare in giro per l'Italia, non a Cologno e a Caronno Pertusella. Però domani, proprio per il rispetto che ho dei Vogheresi e della Maglia del Voghera, io in campo non guardo in faccia a nessuno e provo a far la guerra come la facevo per loro. Voglio chiudere con un saluto particolare al mio amico Tiziano che a causa della diffida, non potrà venire a vedermi a Cologno e a tutti quelli che si trovano nella sua situazione.
P.S. Ricordatevi una cosa che vale nella vita e nel calcio: soffrire sempre, mollare mai!
Alberto BENDORICCHIO